Storia di un cavallo di legno
Da dieci anni ormai i greci assediano la città di Troia.
Esausti, su proposta di uno dei capi, l'astuto Ulisse, decidono di prenderla con l'inganno.
Costruiscono allora un enorme cavallo di legno, grande come un monte, e fanno circolare la voce che sia un voto fatto agli dei per propiziarsi il ritorno in patria.
Ma in segreto rinchiudono nel gigantesco ventre del cavallo uomini armati.
Di fronte a Troia c'è un'isoletta.
Dietro si nascondono le navi dei greci ingannatori mentre i troiani pensano che, stanchi di guerre, essi se ne siano fuggiti in patria.
Allora, tutta la città si scioglie in canti e grida di gioia: si aprono le porte e cittadini festanti circondano il cavallo.
Tra le siepi viene catturato un greco: ha le mani legate.
È stato lasciato apposta dai compagni per persuadere meglio i troiani ad accogliere in città il cavallo e ci riesce bene, il furbo greco, a persuaderli!
Allora tutti i troiani si mettono all'opera: adattano ruote sotto le zampe del cavallo e gli gettano al collo corde di canapa.
Il grande cavallo entra in città carico d'armati.
Scende la notte sui troiani che dormono dopo la festa sdraiati lungo le mura.
Intanto dall'isola partono le navi greche; col favore del vento e dell'oscurità giungono presto a riva.
In città il greco traditore apre il ventre capace del cavallo e ne escono tutti i capi e i soldati che vi erano nascosti.
E via attraverso la città addormentata.. nel vino.
Uccidono le guardie, spalancano le porte a quelli venuti dal mare; le schiere dei greci si uniscono per la battaglia.
I primi incendi si alzano lividi dalla città. L'antica città finalmente cade nelle mani predatrici dei greci e viene distrutta.
Esausti, su proposta di uno dei capi, l'astuto Ulisse, decidono di prenderla con l'inganno.
Costruiscono allora un enorme cavallo di legno, grande come un monte, e fanno circolare la voce che sia un voto fatto agli dei per propiziarsi il ritorno in patria.
Ma in segreto rinchiudono nel gigantesco ventre del cavallo uomini armati.
Di fronte a Troia c'è un'isoletta.
Dietro si nascondono le navi dei greci ingannatori mentre i troiani pensano che, stanchi di guerre, essi se ne siano fuggiti in patria.
Allora, tutta la città si scioglie in canti e grida di gioia: si aprono le porte e cittadini festanti circondano il cavallo.
Tra le siepi viene catturato un greco: ha le mani legate.
È stato lasciato apposta dai compagni per persuadere meglio i troiani ad accogliere in città il cavallo e ci riesce bene, il furbo greco, a persuaderli!
Allora tutti i troiani si mettono all'opera: adattano ruote sotto le zampe del cavallo e gli gettano al collo corde di canapa.
Il grande cavallo entra in città carico d'armati.
Scende la notte sui troiani che dormono dopo la festa sdraiati lungo le mura.
Intanto dall'isola partono le navi greche; col favore del vento e dell'oscurità giungono presto a riva.
In città il greco traditore apre il ventre capace del cavallo e ne escono tutti i capi e i soldati che vi erano nascosti.
E via attraverso la città addormentata.. nel vino.
Uccidono le guardie, spalancano le porte a quelli venuti dal mare; le schiere dei greci si uniscono per la battaglia.
I primi incendi si alzano lividi dalla città. L'antica città finalmente cade nelle mani predatrici dei greci e viene distrutta.
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