mercoledì 23 maggio 2012

SCILLA E CARIDDI

Un giorno Ulisse e i suoi marinai arrivarono in uno stretto tra scogliere ripidissime, dove presto sentirono un fragore spaventoso.
Era risaputo che nello stretto c'era un vortice gigantesco, chiamato Cariddi, che risucchiava le navi trascinandole in fondo al mare.
"Remate piu' svelti che potete", gridò Odisseo. "Tenete duro, forza." Intanto, al timone, lui manovrava in modo da avvicinare la nave il piu' possibile alla scogliera ed evitare il pericolo.
I marinai remavano tenendo gli occhi fissi sul vortice e per questo non si accorsero di Scilla, il mostro a sei teste che viveva in una caverna sulla scogliera opposta.
All'improvviso il mostro spalanco' le fauci e afferro' sei marinai. I poveretti urlavano terrorizzati, ma vennero inghiottiti dal mostro.
"Continuate a remare", ordino' Odisseo e presto la nave usci' dallo stretto, scampando sia alle grinfie di Scilla che al vortice di Cariddi, e la vela si gonfio' di vento.

venerdì 4 maggio 2012

Storia di un cavallo di legno

Storia di un cavallo di legno
Da dieci anni ormai i greci assediano la città di Troia.
Esausti, su proposta di uno dei capi, l'astuto Ulisse, decidono di prenderla con l'inganno.
Costruiscono allora un enorme cavallo di legno, grande come un monte, e fanno circolare la voce che sia un voto fatto agli dei per propiziarsi il ritorno in patria.
Ma in segreto rinchiudono nel gigantesco ventre del cavallo uomini armati.
Di fronte a Troia c'è un'isoletta.
Dietro si nascondono le navi dei greci ingannatori mentre i troiani pensano che, stanchi di guerre, essi se ne siano fuggiti in patria.
Allora, tutta la città si scioglie in canti e grida di gioia: si aprono le porte e cittadini festanti circondano il cavallo.
Tra le siepi viene catturato un greco: ha le mani legate.
È stato lasciato apposta dai compagni per persuadere meglio i troiani ad accogliere in città il cavallo e ci riesce bene, il furbo greco, a persuaderli!
Allora tutti i troiani si mettono all'opera: adattano ruote sotto le zampe del cavallo e gli gettano al collo corde di canapa.
Il grande cavallo entra in città carico d'armati.
Scende la notte sui troiani che dormono dopo la festa sdraiati lungo le mura.
Intanto dall'isola partono le navi greche; col favore del vento e dell'oscurità giungono presto a riva.
In città il greco traditore apre il ventre capace del cavallo e ne escono tutti i capi e i soldati che vi erano nascosti.
E via attraverso la città addormentata.. nel vino.
Uccidono le guardie, spalancano le porte a quelli venuti dal mare; le schiere dei greci si uniscono per la battaglia.
I primi incendi si alzano lividi dalla città. L'antica città finalmente cade nelle mani predatrici dei greci e viene distrutta.

giovedì 3 maggio 2012

DODICESIMA FATICA: IL CANE DI ADES

Dopo aver affrontato Gerione e i centurioni, Ercole riceve l’ordine da Euristeo di catturare Cerbero, cane infernale, figlio di Echidna e Tifone, Cerbero inoltre è anche fratello del leone di Nemea, dell’Idra di Lerna e del cane Ortro; i mostri che Ercole, durante le sue fatiche, aveva già affrontato. Prima di fare questo, però, secondo alcune fonti, Ercole dovette purificarsi, perché le sue mani erano colpevoli del massacro dei centauri. Quando Ercole scese agli inferi fu accompagnato da due dei: Atena ed Ermes; egli, secondo alcune fonti, entrò nell’Aldilà attraverso capo Tenaro. Egli spaventò Caronte al punto che egli lo traghettò al di là dello Stige disobbedendo agli ordini di Ade e successivamente fu punito per questo. Dopo alcuni incontri che lo sottopongono a diverse prove, Ercole incontra infine Ade che gli permette di portare via Cerbero a patto di non usare armi per catturarlo Ercole quasi strangola il cane mostruoso che si arrende e viene condotto fuori dagli inferi. Quando Ercole arriva ad Argo, Euristeo alla vista del mostro si nasconde in un otre come aveva già fatto in altre occasioni e ordina di riportare il cane negli Inferi. Poi, fatto un sacrificio, Euristeo offre ad Ercole la porzione destinata agli schiavi, riservando la parte migliore alla sua gente; per vendetta Ercole uccise i suoi figli.

mercoledì 2 maggio 2012

Acquario di Valpiana (I sezione)



Acquario di Valpiana


Isabel: Un pesce grande tutto nero
Sofia: Un pesce piccolo
Gaia: I pesci
Sonia: Un pesce bello tutto giallo
Guela: Un pesce tutto rosa
Francesco: Ho visto un pesce giallo che faceva tanti schizzi
Massimo: Ho visto i pesci rossi
Lorenzo: Ho visto il pesce palla
Mattia: Un pesce giallo nuotava nell'acqua
Federico: Ho visto il pesce palla perchè è come una palla
Alessandro: Ho visto un pesce nero
Bianca: Ho visto un pesce pallone era tutto tondo
Selene: Ho visto uno squalo
Olga: Lo squalo era grigio e nero
Lorenzo: Lo squalo più piccino del pesce palla
Eleonora: Un pesce era come un leopardo
Asia: Il pesce giallo era piccolo
Alice: Ho visto un pesce blu era nell'acqua che sputava
Jastin: Ho visto il pesce palla
Lorenzo: Il pesce palla ha la forma di una palla
Vittorio: Ho visto il pesce scatola, ha la forma di una scatola
Matthias: Lo squalo era marrone e grande



Acquario di Valpiana (III sezione)

mercoledì 25 aprile 2012

LETTURA D’ IMMAGINE: ELENA DI TROIA

LETTURA D’ IMMAGINE: ELENA DI TROIA
BENEDETTA - Vedo degli uccellini ed Elena di Troia, una montagna ed un fiume
ROSSELLA  - Io vedo delle case e dei fiori
ANDREA - Vedo il vestito viola poi vedo…
DANIELE -  La donna più bella si trova in un posto pieno di fiori e di uccelli e che vedo delle case lontane e delle montagne nel lago
FRANCESCA -Vedo dei fiori e degli uccellini
MIRCO  - Vedo una terrazza con sotto un bel prato giù c’è un fiume, poi ci sono dei fiorellini ed Elena sull’erba
GILDA  - Io vedo Elena di troia delle colombe dei fiori delle montagne ed un lago
FERDINANDO - Vedo che Elena si sta alzando i capelli con la mano, poi ha dei braccialetti
MATTEO T. - Vedo Elena, poi il lago, le montagne, poi ha un vestito, poi ci sono dei cespugli e basta
MARTINA  - Vedo Elena
JAMILA  - Vedo Elena che si guarda allo specchio, vedo dei fiori, le montagne, le colombe un prato
LIA - Vedo che ha dei braccialetti nei piedi, ci sono delle colombe, delle montagne dei fiori
CHIARA - Vedo un muretto delle colombe, Elena che si guarda allo specchio, delle montagne, la terra ferma e dei fiori
NOEMI - Vedo degli uccellini, poi dei fiori, il cielo e le nuvole, delle colombe, lo specchio e la donna più bella
ALESSIA - Una bimba, che balla, ci sono fiori, mare, si tuffa, uccellini


Il pomo della discordia e il giudizio di Paride

Doveva essere un giorno felice. Si celebravano le nozze di una dea del mare, Teti, con un uomo bellissimo, Peleo, e tutti gli dei erano venuti a festeggiare gli sposi portando loro una grande quantità di doni.
Volevano starsene tutti in pace e contenti; perciò al banchetto non era stata invitata Eris, l’imbronciata dea della discordia.
Se compariva lei scoppiavano litigi furiosi e più nessuno aveva voglia di ridere e scherzare.
Ma quella guastafeste riuscì ugualmente a rovinare ogni cosa. Nel bel mezzo del pranzo arrivò di corsa e fece rotolare sulla tavola una mela d’oro. Poi, ridendo malignamente, scappò via.
Tutti – dei e dee – cercarono di afferrare la mela preziosa, se la strappavano di mano l’un l’altro, gridavano, litigavano.
– Attenzione! – gridò a un certo punto qualcuno – Sul pomo c’è una scritta.
– Cosa?
– Avanti, qualcuno legga cosa c’è scritto.
– C’è scritto: “Alla più bella”.
Allora Era, Atena e Afrodite si buttarono sulla mela d’oro.
– A me, a me – gridavano dandosi gomitate e spintoni.
– Spetta a me la mela d’oro. Sono io la più bella! – strillavano furiose pestandosi i piedi.
– Sia Zeus, il padre di noi tutti, a decidere chi tra voi tre meriti il pomo d’oro – proposero gli altri dei.
– Non voglio essere io arbitro tra voi, perché voglio bene a tutte e tre e, se fosse possibile, vorrei vedervi tutte e tre vincitrici ma il pomo è uno solo, perciò una sola può ricevere il premio di bellezza.
È meglio allora che il figliolo del re di Troia che è molto bello e si intendi assai delle cose d’amore, giudichi tra queste dee qual è bellissima”.
La prescelta avrà il pomo.
Paride allora disse: queste tre dee sono tutte ugualmente bellissime non so chi scegliere.
Allora Era gli si avvicinò e disse: – O Pàride, principe di Troia, se giudicherai me la più bella, ti renderò ricco più di qualsiasi altro uomo sulla terra.
Dopo Era parlò Atena: – Guardami, e sappi che se darai a me la mela d’oro io ti renderò un guerriero invincibile, il più forte, ma anche il più saggio, di tutti gli uomini.


Fu quindi la volta di Afrodite, che soavemente sussurrò: – Ascoltami, bel giovane, se darai a me il pomo della vittoria, io ti darò in moglie la più bella donna del mondo: Elena di Sparta, che è figlia di Leda e di Zeus
.– Me lo giuri? – gridò Paride.
– Certo che sì.
Afrodite giurò e Pàride le consegnò il pomo prezioso ma in questo modo si attirò l’odio delle altre dee, che si allontanarono complottando la rovina della sua città: Troia.
Tempo dopo Pàride ottenne dal padre di essere inviato come ambasciatore a Sparta, dove regnavano Menelao ed Elena.
Il principe di Troia fu accolto con tutti gli onori da Menelao, Elena, allora, mise il suo vestito più bello e andò incontro all’ospite.
Quando la bella donna entrò nella sala del banchetto, a Pàride sembrò di vedere una dea. Non poteva staccare gli occhi da lei e ogni suo sorriso lo riempiva di felicità.
– Non potrò mai amare altra donna che questa – pensava – e non avrò pace finché non la farò mia sposa.
È questa la donna che Afrodite ha promesso di darmi e l’avrò.
La porterò con me a Troia e sarò felice con lei, per sempre.
Elena era affascinata dalla bellezza, dalla gentilezza del giovane principe straniero, era già innamorata.

Prima che la luce dell’alba scivolasse nella stanza, Elena aveva preso la sua decisione: quella notte stessa avrebbe raggiunto Pàride nella sua nave e sarebbe fuggita con lui.

lunedì 23 aprile 2012

Il cavallo

Il cavallo è un mammifero ungulato di grossa taglia. Appartiene al genere Equus. Si suppone che la domesticazione sia avvenuta a partire da una sottospecie estinta delle steppe asiatiche, il tarpan. Viene utilizzato come da tiro, da sella e recentemente, come animale d'affezione. È in grado di rinselvatichirsi e di sopravvivere autonomamente allo stato brado. Viene utilizzato come da tiro, da sella e recentemente, come animale d'affezione. È in grado di rinselvatichirsi e di sopravvivere autonomamente allo stato brado.
Frutto di una lunga e ben conosciuta evoluzione, il cavallo presenta un'elevata specializzazione morfologica e funzionale all'ambiente degli spazi aperti come le praterie, in particolare ha sviluppato un efficace apparato locomotore e un apparato digerente adatto all'alimentazione con erbe dure integrate con modeste quantità di foglie, ramoscelli, cortecce e radici.

mercoledì 4 aprile 2012

Visita guidata alla fattoria Lillastro (III sezione)



COSA ABBIAMO VISTO?
GAIA - abbiamo visto: i poni i cavalli, le pecorelle, il cinghiale, e il cane.
ANDREA - ho visto: i cavalli, i poni, il cinghiale, i galli, il taccchino.
IACOPO - che sono andato sul poni, sono stato bene, ho giocato al pallone.
MARTINA - sono salita sul poni, ho visto i pappagalli, i cinghiali, mi e' piaciuto vedere i conigli piccoli.
MIRCO - mi e' piaciuto quando sono andato sul poni, ho visto il cane, i conigli, il gallo, mi e' piaciuto giocare al pallone.
JAMILA - mi sono piaciuti tanto i conigli, quando ho allattato con il biberon le caprette, poi mi e' piaciuto tutto
LORENZO i cavalli
GILDA - mi sono piaciuti di più le caprette, i cavalli, il pavone, i maialini d’india, le galline, il gallo, poi sono stata pure bene perché ho giocato sul prato con i miei amici
MATTEO B. - mi e' garbato giocare a palla, poi mi e' garbato vedere i conigli, il cane che era piccino, ma una razza bellina.
LIA - mi e' piaciuto accarezzare le capre, andare sul cavallo, poi mi e' piaciuto guardare i conigli, non avevo mai visto tanti animali.
MATTEO C. - mi e' piaciuto salire sul poni, giocare con i miei amici sul prato, poi quando ho dato il latte ai caprettini.
NOEMI - mi sono piaciuti i coniglietti, il cagnolino, poi mi e' piaciuto dare da mangiare ai poni.
FERDINANDO - mi e' piaciuto lavare il poni, guardare il pavone ed andare in groppa al poni
BENEDETTA - mi e' piaciuto dare il latte alle pecorelle, andare sul cavallino e pulirlo.
DANIELE - mi e' piaciuto il pavone, il coniglio, ho giocato con i miei amici sul prato, poi ho portato da bere il latte alle caprette, mi e' piaciuto tanto salire sul poni, poi sono stato veramente bene ed ho visto anche un millepiedi
MATTEO T. - mi e' piaciuto il pavone, poi il gallo, i coniglietti, le anatre, le caprette
ALESSIA - ho visto cavallo, cane, gallina, ho dato il latte al piccolo di capra



Visita guidata alla fattoria Lillastro (I sezione)




GITA ALLA FATTORIA
Sonia: Abbiamo visto il cinghiale
Alice: Ho visto le pecore
Vittorio: Io ho visto il tacchino
Asia: C'era la paperella
Selene : C'erano i pulcini e bevono l'acqua
Federico: Abbiamo visto il pavone che faceva la ruota con la coda
Lorenzo: C'era il cinghiale, andava vicino alla gabbia ed era grosso
Sofia: C'erano i conigli
Mattia: Dentro le cassette
Matthias: erano bianche e nere
Selene: C'erano i criceti
Massimo: Il pavone
Jastin: C'erano i cavalli che mangiavano il fieno
Alice: Anche le carote
Bianca: Uno era nero
Asia: bianco
Alessandro: Il leone e i topini
Alice: c'erano anche le galline che facevano le uova
Lorenzo: ma alla fattoria non ci sono i leoni!

Francesco: Anch'io ho visto il topo
Federico: Siamo saliti sopra il cavallo
Lorenzo: l'abbiamo spazzolato
Asia: gli abbiamo tolto tutti i peli
Alessandro: La pecora si è buttata nel buco
Selene: La capretta ha bevuto il latte col biberon
Guela: Io ho visto la capretta nera
Alice: C'erano anche i cavalli piccolini
Vittorio: Si chiamano pony
Selene: Ci hanno le corna
Lorenzo: Le orecchie, c'era una pecorina
Selene: La gita è stata bene
Alessandro: A noi ci piace gli animali
Selene: le galline facevano coccodè coccodè
Asia: Al coniglio gli abbiamo dato l'erba
Selene: Abbiamo urlato e spaventato le galline
Alessandro: Siamo andati a guardare il cavallo piccolo
Massimo: E' stata bella questa gita

venerdì 30 marzo 2012

Visita guidata alla fattoria Lillastro (II sezione)

COSA TI E’ PIACIUTO DI PIU’?
Victor: le galline
Francesco P.: quando abbiamo giocato nell’erba
Mattia: le pecorine piccoline
Riccardo: la parte della fattoria che mi piaceva di più era il csne, quello grande
Michelle: quel coso tutto nero (il cinghiale)
Francesco R.: mezzo cane, mezzo maiale
Marua: mezzo capra e mezzo uomo
Akram: i cavalli e correre
Emmanuele: le caprette
Annalisa: i fiori, quella specie di gallina tutta colorata (pavone), le caprette, i cavalli, i pony, i conigli, tutto
Matilde: i maiali d’india
Annalisa: i purcellini d’india, India è il paese
Jessica: i cavalli
Alessia: i cani e i cavalli
Giulio: quando abbiamo fatto il pane
Lorenzo: a me 2 cose: le paperotte e il tacchino con la coda lunga (pavone)
Marua: i coniglietti
Francesca: le pecorine piccoline
Francesco R.: il pavone


ABBIAMO FATTO IL PANE
Marua: con la farina
Lorenzo: lievito madre
Mattia: l’impasto, il lievito madre è un burro
Lorenzo: il lievito di birra
Mattia: e acqua calda
Akram: abbiamo mangiato pizza
Francesco R.: abbiamo messo gli occhi
Mattia: la bocca
Alessia: l’abbiamo messo in forno
Giulio: abbiamo messo le cose per decorare il pane
Alessia: dopo abbiamo visto gli animaliuu
Mattia: abbiamo corso
Akram: il maiale, il cavalle
Mattia: i galli e abbiamo dato da mangiare alle oche
Lorenzo: il grano
Annalisa: abbiamo raccolto l’erba per i purcellini d’india
Marua: c’era un cavallo nero, uno marrone e uno marrone
Mattia: e quello bianco
Marua: quello bianco non era un cavallo, era una zeprina, si era nascososto con i capelli sugli occhi
Mattia: era un pony
Marua: un pony????
Jessica: abbiamo visto gli uccellini

giovedì 29 marzo 2012

OTTAVA FATICA: LE CAVALLE DEL RE DIOMEDE

Per l’ottava fatica Eracle fu spedito da Euristeo a catturare le cavelle di Diomede Tracio (secondo le fonti lui era il figlio di Ares e Cyrene).
Viveva in una regione selvatica e accidentata sulle spiaggie del mare Nero.
Aveva quattro cavalle selvagge, che alimentava con carne di stranieri.
Si dice che Diomade fosse selvaggio come le sue cavalle; loro erano toltamente incontrollabili e furono legate da catene a una mangiatoia di bronzo.
Quando Eracle arrivò al palazzo, l’ eroe prese prigioniero il re.
Poi, conoscendo la brutalità e le sofferenze che Diomede aveva causato, lo afferrò e lo gettò nella mangiatoia di bronzo in pasto alle cavalle.
Questo calmò le cavalle ed Eracle potè condurle ad Euristeo.
Giunto a palazzo, il re le consacrò ad Era e le lasciò andare liberamente per le piane di Argo.

Il toro

Aspetto scientifico
 Il toro è un animale che possiamo tranquillamente definire come il re della fattoria, simbolo di potenza e virilità. Non è un caso, infatti, che numerose culture abbiano venerato dei e semi dei dalle sembianze taurine, entrando a far parte della cultura dei popoli del bacino del Mediterraneo.
 Ad ogni modo, il toro è un bovino, tipologia animale addomesticata da secoli, fondamentale per l'uomo sia nel lavoro dei campi che come animale da carne. Ebbene, però, specificare che l'esemplare definito toro è colui che non è destinato al consumo alimentare umano, bensì alla sola riproduzione.
Generalmente, infatti, i bovini vengono chiamati in modi differenti a seconda dell'età e del sesso: un maschio dai quattro anni in su viene definito “bove o bue” oppure “toro”. Nel primo caso, si tratta di una animale destinato alla macellazione, quindi nutrito ed allevato solo ed esclusivamente in funzione di questa.


Indagine clinica sul toro
Jastin - Ercole vede un toro grosso
Jastin - Il toro è il marito della mucca
Lorenzo - Ho visto un toro nel recinto dove c'erano tanti fiori
Vittorio - Io l'ho visto un toro più grosso in un recinto ancora più grosso quando andavo al mare
Selene - Ha 4 zampe
Massimo - Ho visto un toro nel recinto più grosso
Syria - Ha due zampe
Jastin - Il toro ha le corna, la mucca no
Lorenzo - Mio babbo ha visto un toro alla televisione, degli uomini che volevano salire sul toro e lo catturano col laccio
Selene - Alla tv ho visto un toro
Alice - il toro mangia l'erba
Massimo - Mangia il fieno e i fiori
Lorenzo - E' pericoloso andare nel recinto perchè ci incorna
Olga - A l'hanno detto che incorna
Jastin - Io faccio il toro
Francesco - Anche io
Asia - Io ho paura del toro
Fabio - Anche io

mercoledì 21 marzo 2012

SETTIMA FATICA: IL TORO DI CRETA

Quando Ercole arrivò all'isola di Creta, il re, Minosse diede la piena approvazione per catturare e portar via il toro minaccioso per Euristeo, poiché aveva causato devastazioni errando liberamente in tutto il suo regno. Per catturare il toro l'eroe intrecciò un laccio, e poi inseguì la bestia finché la indebolì, gettandole il laccio intorno al collo. Una volta domato il toro, l'eroe gli salì in groppa e lo cavalcò attraverso il mare fino al palazzo di Euristeo. Qui presentò il toro al re che, al vedere una bestia tanto bella, volle sacrificarlo a Era. La dea che provava antipatia per Ercole, rifiutò l'offerta, dicendo che essa avrebbe gettato gloria sugli atti dell'eroe, così il toro fu lasciato correre selvatico in Grecia.

VERBALIZZAZIONE SULLA STORIA
Yasser: Ercole deve uccidere
Alessandro: il toro,era grossissimo e lo doveva portare vivo dal re Mattia: Creta era un’isola e ci arriva con la nave Lavinia: intorno all’isola c’è tutto il mare
Giovanna: e perciò Ercole ci deve arrivare con la barca
Annalisa: sulla nave c’era l’equipaggio
Alessia: ora fa la fatica del toro di Creta
Mattia: è un’altra azione impossibile di Ercole
Francesco P.: sì ma il re chiama Ercole e gli dice di catturare il toro vivo e di portarglielo vivo e, siccome è difficile, lo tiene per tanto tempo lontano dal suo paese. Ercole sale su una nave e vedono l’isola
Lavinia: Ercole va dal re dell’isola
Mattia: il re Minocchio
Giulio: Minasse
Lavinia : e il re gli dice stai attento perché non è un toro normale
Lorenzo:perché è grosso e cattivo
Aymen: e bianco
Annalisa: il toro è molto cattivo
Francesco p.: e sputa fuoco dalle narici
Jessica: il toro è gigante
Francesco P.: Ercole si nasconde dietro gli olivi
Annalisa: si nasconde dal toro
Francesco P.: per osservare bene il toro
Mattia: poi il toro vede Ercole, il toro si avvicina e poi gli esce il fuoco dal naso, Ercole si sposta, lo prende per le corna e gli salta in groppa
Lorenzo: però prima il toro dà le zampate per terra e poi corre verso Ercole, lo vuole far cadere quando Ercole è in groppa ma infine si stancò
Yasser: Ercole cattura il toro
Lorenzo: e lo porta vivo dal re
Giovanna: ma il re quando vede il toro si spaventa e si nasconde dentro un vaso.

L'ISOLA                                      
Mattia: il toro viveva nell’isola di Creta;l’isola è un posto
Annalisa:un’isoletta è abitata
Mattia: io ci sono stato su un’isola ma non mi ricordo il nome
Carlotta: come l’isola del Giglio;ci va sempre Matilde
Francesca: sulle isole c’è tanta sabbia
Riccardo: in macchina non ci si può andare perché sennò le macchine affogano
Mattia: in macchina non ci si può andare perché intorno c’è tutto mare
Giulio:  ci si può andare in barca o con la nave
Carlotta: perché la barca non affoga
Lavinia:io sono andata su un’isola ma con l’aereo
Alessia: a Marina ci si va con la macchina perché c’è la strada
Francesco P.: no perché ci sono i parcheggi


martedì 20 marzo 2012

Giochiamo con l'acqua

L'Idra di Lerna era un animale acquatico e anche gli uccelli vivevano nella palude di Stinfalo, così abbiamo pensato di giocare con l'acqua per scoprirne alcune caratteristiche...........

Dopo aver giocato con l'acqua....
Eleonora - L'acqua è buona e trasperente
Selene - L'acqua si spruzza
Alice - L'acqua è azzurra
Lorenzo - No...non ha colore
Olga - E' limpida
Vittorio - L'acqua è nel mare
Alice - Serve a lavarsi le mani
Eleonora - serve a lavarsi tutto il corpo
Selene - Per bere
Massimo - Serve per lavarsi e per bere
Sonia - Io mi lavo con l'acqua
Alice - Anche a dar da bere alle piante
Eleonora - Non si può vivere senza acqua
Lorenzo - No non ha un colore

Che sapore ha ???
Alice - E' buona
Lorenzo - Non ha sapore
Alice - L'acqua del mare ha sapore
Vittorio - Si perchè è salata

domenica 18 marzo 2012

SESTA FATICA: GLI UCCELLI DEL LAGO STINFALO

La sesta Fatica di Ercole fu quella di cacciare i numerosi uccelli dai becchi, artigli e ali di Bronzo, divoratori di uomini e sacri a Are, che vivevano nella palude Stinfalia. Quando si alzavano in volo divoravano uomini e animali, in più lasciavano cadere le loro piume di bronzo e i loro escrementi che distruggevano e bruciavano le messi. Giunto alla palude che era circondata da fitte selve, Eracle si accorse che non poteva cacciare gli uccelli con le sue frecce, perchè erano troppi. Inoltre, la palude non pareva nè abbastanza bassa perchè un uomo vi si potesse addentrare a piedi, né abbastanza profonda per permettere l'uso di una barca. Mentre Ercole  temporeggiava sulla riva, Atena gli diede un paio di nacchere di bronzo, fabbricate da Efesto. Quindi salito su uno sperone roccioso del monte Cillene, Eracle battè l'una contro l'altra le nacchere provocando un tale rumore da far spaventare gli uccelli, che si alzarono subito in volo impazziti dal terrore. Eracle li uccise a dozzine mentre volavano verso le isole di Are nel Mar Nero, dove più tardi furono trovati dagli Argonauti. Secondo un'altra versione,Ercole gli uccelli Stinfali erano donne, figlie di Stinfalo e di Ornite che  uccise, perchè gli rifiutarono l'ospitalità. A Stinfalo, nell'antico tempio di Artemide Stinfalia, simulacri di questi uccelli sono appesi al soffitto e dietro l'edificio si trovano statue di fanciulle con gambe di uccello.


GLI UCCELLI DEL LAGO STINFALO - slideshow gratuito 

VERBALIZZAZIONE SULLA STORIA 
                           
QUALI FATICHE DI ERCOLE ABBIAMO FATTO ?
Matilde: abbiamo fatto l’Idra di Lerna
Fatima: e  quella del toro
Giulio: questa parla di uccelli
Akram: sono molti
Lorenzo: sono fatti con le zampe e il becco di bronzo
Riccardo: maestra, sono uccelli “abbronzati”
Francesco P.: e anche le piume di bronzo. Atena aiuta Ercole e gli dà una campana per far spaventare gli uccelli
Francesco R.: Ercole gli spara delle lance
Riccardo: erano frecce avvelenate
Francesco P.: col veleno dell’Idra
Yasser: le tira su nel cielo
Lavinia: gli uccelli abitano nella palude
Annalisa: la palude era deserta
Francesco P.:è fatta di sabbie mobili
Lorenzo: non era né di terra né di acqua
Francesco P.. non si può attraversare a piedi e a nuoto
Yasser: e nemmeno con la barca
Francesco R.. perché i remi non ci girano dentro la palude
Annalisa: allora Ercole fa avvicinare gli uccelli con la campana
Michelle: gli uccelli si spaventano
Riccardo: e lanciano le loro piume un po’ bruttarelle e sono dure perché sono di bronzo
Emmanuele: se una piuma arriva da Ercole, lui si fa male
Francesca: sì però gliele tirano lo stesso a Ercole
Francesco P.: con la pelle del leone della prima “missione” si nasconde e gli tira le frecce avvelenate
Michelle: alcuni uccelli muoiono e alcuni scappano
Riccardo: scappano perché hanno paura delle frecce
Lorenzo:menomale perché gli”stinfali” erano proprio cattivi
Francesco R.: gli uccelli di Ercole sono giganteschi
Riccardo: invece quelli veri sono normali
Francesco P.: non tirano frecce
Riccardo: no,non tirano piume
Michelle:però volano tutti
Riccardo: ma nell’acqua no
Lavinia: quelli normali non tirano piume e sono leggeri
Lorenzo: non è che sono tanto uguali quelli di Ercole e quelli animali
Francesca: perché quelli di Ercole sono di bronzo e sono pesanti
Francesco P.: gli ossi degli uccelli veri sono piccoli
Jessica: e c’hanno tutti il becco
Lavinia: gli uccelli fanno le uova e le mettono nel nido
Francesca: e poi nascono gli uccellini

QUALI ANIMALI CONOSCETE CHE VOLANO MA NON SONO UCCELLI?
Riccardo: l’ape
Francesco R.: i grilli
Marua: la mosca
Lavinia: la coccinella e la zanzara
Annalisa: la farfalla, io sogno sempre di volare
Lorenzo: c’è anche il tafano
Annalisa: sono tutti insetti

VERBALIZZAZIONE SULLA PALUDE
Mattia: nella palude ci vivono gli uccelli ed è tutto sporco
Francesco P.: ci vivono quelli di Stinfalo e non c’è nemmeno un goccio d’acqua
Annalisa: nella palude non esistono gli uccelli di Stinfalo
Mattia: ma le aquile sì
Francesco P.: e i falchi e tutti gli uccelli neri
Riccardo: nella palude non ci sono mica le barche
Giulio: perché è piena di fango
Annalisa: è come le sabbie mobili ed è piena di piante
Emmanuele: di piante brutte però
Lavinia: la palude è deserta e con la nebbia
Francesca: è un posto bruttissimo


sabato 17 marzo 2012

EDUCAZIONE ALL’IMMAGINE: GLI UCCELLI DELLA PALUDE DI STINFALO

Albrecht Dürer
Ercole e gli uccelli di Stinfalo
tempera su tela
Norimberga, Germanisches Nationalmuseum

CHIARA: Ercole sta colpendo dei mezzi uccelli e mezzi uomini
VITTORIO: Ercole stava sparando ad una specie di mostri
ROSSELLA: Vedo Ercole che sta sparando degli uccelli
JASTIN: Un mostro sta colpendo 2 mostri
MATTEO C: E' un uomo che con l'arco ammazza i draghi
SELENE: Perchè sparano gli uccelli
FERDINANDO: Sta sparando le frecce Ercole per uccidere gli uccelli
ALICE: Vedo un drago
BENEDETTA: Ercole che spara a degli angioletti
BIANCA: Ercole ammazzava gli uccellini
MATTEO. B . : Ercole che spara gli uccelli che sono dei diavoli poi ci sono tante foglie ed un bastone in terra
MATTHIAS: Vedo i draghi
GAIA: Ercole che sta sparando gli uccellini
NOEMI: Ercole spara ai draghi
SYRIA: Vedo ercole che uccide gli uccellini
MIRKO: Vedo i mostri che stanno volando ed uno gli sta sparando e fa i lanci
DANIELE: Vedo molti draghi e Ercole spara con le frecce
LORENZO GRI. : Le frecce sono avvelenate perchè le aveva messe nell'idra
LESSANDRO: Ercole sta ammazzando con le frecce
MASSIMO: Ercole è vestito di lino
ANDREA: Vedo il castello poi le frecce per uccidere
TOPADA: E' un uomo con l'arco che spara con le frecce agli uomini che volano
LORENZO GRI. : Ercole che butta una lancia agli uccelli
MARTINA: Ercole sta tirando una lancia
LIA: La lancia è avvelenata
ALESSIO G.: Ercole è nella foresta e sta sparando a dei draghi


Il cinghiale

Aspetto scientifico
Il cinghiale può raggiungere il peso di 180 kg. Le zampe sono corte e sottili, la testa è allungata con occhi piccoli e orecchie grandi; la vista è poco acuta, ma l'olfatto e l'udito sono molto sviluppati. I maschi usano i canini, sporgenti su entrambe le mascelle, per la difesa e l'offesa.
La pelle è rivestita di setole sparse e solo di inverno da peli corti e setole lunghe e fitte. Sulla nuca si trova una criniera e la coda è stretta e pendula.
Il cinghiale vive nei boschi dell'Europa centrale e meridionale, in vaste zone dell'Asia e dell'Africa nord-occidentale.
In Italia è assente al nord ed in Sicilia, mentre è molto diffuso nei boschi del centro e del sud della penisola. E' molto presente in Toscana, dove è diffuso il cinghiale maremmano.
Grazie alla sua struttura corporea ed alla spessa pelle che lo protegge, il cinghiale può penetrare nelle macchie più fitte dove altri animali non potrebbero passare.
Fortemente cacciato da sempre per la sua carne saporita.

QUARTA FATICA: IL CINGHIALE DI ERIMANTO

La quarta fatica che Euristeo comandò ad Ercole fu quella di portargli un terribile cinghiale che aveva il suo covo sulle pendici del monte Erimanto e devastava le fertili campagne dell'Arcadia. Quando Ercole arrivò sul posto, frugò in tutti gli anfratti del monte, si calò nei burroni, esplorò cespuglio per cespuglio e finalmente scovato il cinghiale lo inseguì fino sulle cime nevose, quando il cinghiale incominciò a stancarsi riuscì a catturarlo, lo legò per le zampe e se lo gettò sulle spalle robuste mettendosi in cammino per tornare a Tirinto. Euristeo, alla vista dell’animale, si nascose in un pithos di bronzo, impaurito come davanti alla Morte.

giovedì 15 marzo 2012

Il bue

Aspetto scientificoIl bue domestico è una specie di mammifero appartenente alla famiglia dei Bovidi.
Il bovino adulto, cioè di età superiore ai quattro anni è chiamato "toro", mentre l'adulto castrato è detto "bue" o "bove". Il maschio di età inferiore a un anno è detto "vitello". Il maschio di età compresa tra uno e quattro anni è detto "vitellone" se non è stato castrato, mentre è detto "manzo" se è stato castrato. La femmina di età inferiore a un anno è detta "vitella". Il bue domestico viene allevato per trarne il latte, il liquido secreto dalla ghiandola mammaria dell'animale femmina per l'alimentazione dei cuccioli, molto usato nell'alimentazione umana, sia come bevanda sia come materia prima da cui ricavare formaggio, panna, burro, ricotta e altri derivati del latte. I vitelli vengono allevati principalmente per la carne: solo una parte viene infatti lasciata crescere per destinarla alla riproduzione.

OSSERVIAMO L’IMMAGINE DEL BUE E DICIAMO CIO’ CHE VEDIAMO:

MATTEO B – ha gli zoccoli
BENEDETTA – ha le zampe, ha le corna piccole, la coda e gli zoccoli.
MATTEO T – ha gli zoccoli
NOEMI – il bue e’ grande
MATTEO C- il bue ha le corna e poi ha un ciuffo di peli e le macchie.
CHIARA – il bue ha il muso lungo, ha il naso a buchi, ha le orecchie bianche.
ROSSELLA – il bue ha gli zoccoli, ha le corna e delle macchie, poi basta.
LORENZO- il bue ha gli zoccoli, le macchie, ha delle corna e le orecchie bianche.
LIA – il bue ha nella testa un po’ di peli e poi ha gli zoccoli neri.
JACOPO – quando qualcuno si avvicina ai suoi figlioli soffia ed ha le zampe possenti.
GILDA – i buoi hanno le macchie, sono forti qui hanno le corna e dietro le corna le orecchie.
MARTINA – ha gli zoccoli le macchie poi le corna e le orecchie.
ANDREA – il bue ha la pancia e la coda e le corna.
GAIA - ……….
FERDINANDO – il bue ha le corna, ha la coda, il bue ha gli zoccoli.
DANIELE – il bue ha le zampe, le corna e la coda.

COSA MANGIANO?

JACOPO – il fieno
DANIELE – e’ erba secca
JACOPO – lo mangiano in inverno quando c’e’ la neve.
CHIARA – perché d’inverno c’e’ la neve e gli danno il fieno.
CHIARA – il bue con gli zoccoli fa rumore, gli zoccoli gli servono per non farsi male.

LO SAPEVATE CHE I BUOI MASTICANO SEMPRE ANCHE DOPO MOLTO TEMPO CHE HANNO MANGIATO? PROVATE AD INDOVINARE COME SI CHIAMANO QUESTO TIPO DI ANIMALI CHE FANNO IN QUESTO MODO

JACOPO – cornuti

NO, RUMINANO, SONO DEI RUMINANTI E VIVONO IN CAMPAGNA, LA LORO CASA E’ LA STALLA, ecc

DOPO LA CONVERSAZIONE

FERDINANDO – il bue vive nella stalla e mangia l’erba secca che e’ il fieno.
GILDA – che mangiano le cose che buttano giù e le continuano a mangiare.
CHIARA – i buoi ruminano, rimandano su le robe che hanno mangiato prima e le masticano.
MATTEO B – fanno parte della famiglia dei bovini.
ALESSIO – ( su sollecitazione e domande dirette) sono mucche, i muscoli, zoccoli, guarda, fanno muu, mangiano l’erba.



Aspetto scientifico

DECIMA FATICA: I BUOI DI GERIONE

Gerione, discendente di Medusa, era uno spaventoso gigante il cui corpo, dalla cintola in su, si ramificava in tre corpi distinti, con sei braccia, e tre teste: un mostro insomma.
Abitava nell'isola Eritrea e possedeva tra le tante ricchezze un grosso armento di magnifici buoi rossi che erano custoditi da Euritione, un gigante anche lui, e da un cane a due teste che si chiamava Ortos.
Euristeo ordinò a Ercole di portargli i buoi. Per quanto l'impresa si presentasse difficoltosa, l'eroe, obbediente, partì, dopo tanto cammino si incontrò con Anteo, che aveva una statura gigantesca e una forza prodigiosa; prepotente e crudele, costringeva tutti coloro che passavano per la sua terra a lottare con lui e dopo averli vinti li uccideva.
Ercole sapendo che la sua forza gli veniva meno quando non toccava più la terra coi piedi, lo sollevò in alto e riuscì a strozzarlo.
Ripreso il cammino arrivò nel posto che divide l'Europa dall'Africa, che oggi si chiama stretto di Gibilterra, qui innalzò due colonne su ogni continente e da allora lo stretto venne chiamato Le colonne di Ercole.
Il dio Helios gli prestò la navicella d'oro con la quale trasportava il sole e così Ercole potè arrivare all'isola Eritrea.
Appena mise piede sull'isola il cane Ortos prese ad abbaiare ed Ercole con due colpi di clava si sbarazzò di lui.
Con le sue frecce avvelenate eliminò sia Euritione che Gerione, caricò i buoi rossi sul carro di Helios e iniziò il viaggio di ritorno.
Attraversò le Alpi e scese giù in Italia, arrivò nel Lazio, dove fu accolto dal re Evandro.
Ercole rimase li per una notte rifugiando i buoi in una caverna; in questo luogo c'era un gigante di nome Caco, che viveva di rapine e terrorizzava la gente.
Il gigante, mentre Ercole dormiva, rubò i buoi e per non far capire dalle loro tracce la direzione del suo cammino, trascinò i buoi a ritroso in modo che le orme, invece di partire dalla grotta, facevano credere che vi si dirigessero.
Al risveglio Ercole capì l'inganno, raggiunse Caco, lo uccise e finalmente potè raggiungere l'Argolide dove presentò i buoi rossi al re Euristeo.